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Il paese

Ittiri è un popoloso centro con circa 9000 abitanti della provincia di Sassari. Il suo territorio ricade nel Logudoro, nella regione di Coros. Nel 2000, con decreto del Presidente della Repubblica, le è stato riconosciuto il titolo di città, onorificenza concessa ai comuni che si sono distinti per la loro importanza storica, artistica, civica o demografica. Venne denominato Ittiri Cannedu per distinguerlo da un altro centro con lo stesso nome, Ittiri Fustiavu (o Fustialvos), l’attuale Ittireddu. Tolomeo d'Alessandria, in una descrizione della Sardegna del II secolo, cita come primi abitanti di Ittiri i Coracenes, che avrebbero occupato i luoghi compresi fra Coros e l'antico villaggio di Carbia, presso Alghero. 

L’abitato presenta un assetto urbanistico armonioso e unitario, caratterizzato, soprattutto nella sua parte storica, da edifici riccamente decorati, in stile liberty/deco, con particolari balconi e facciate in trachite, materiale utilizzato soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. In alcune vie del centro si conserva ancora l’originale lastricato e la pavimentazione in acciottolato. 

Agricoltura, pastorizia e artigianato sono i settori portanti dell’economia di Ittiri.  

Le colture agricole più importanti sono indubbiamente quella del carciofo, nella sua varietà spinosa, e dell’olivo, nella varietà “bosana”. “Città dell’olio”, Ittiri conserva la sua antica vocazione di “terra di ulivi”: la raccolta delle olive e l’approvvigionamento dell’olio per il consumo familiare è una diffusa occupazione secondaria, che resiste nel paese, al di là e oltre il beneficio economico, come risposta alla generosità della terra e fedeltà alla genuinità del prodotto. 

Il centro è anche un importante punto di elaborazione e lavorazione della pietra vulcanica: periodicamente ospita, la Biennale della trachite, concorso scultoreo i cui elaborati sono esposti nel centro del paese.

 

 

Da vedere

 
Abbazia di Nostra Signora di Paulis
Abbazia di Nostra Signora di Paulis

L'Abbazia di Nostra Signora di Paulis (de Padule, in Padulibus o Paludibus) sorge lungo la strada che da Uri porta ad Ittiri. Apparteneva all'antico villaggio di Paulis e venne Edificata dai monaci cistercensi, secondo lo stile romanico cistercense e su modello della Nostra Signora di Corte di Sindia, grazie ad un lascito nel 1205 di Comita II di Torres.

Area archeologica di Sa Figu
Area archeologica di Sa Figu

La necropoli a domus de janas di Sa Figu è inserita all'estremità settentrionale dell’altipiano di Coros, in un'area archeologica di notevole importanza per la presenza di testimonianze di varie epoche.

 
Chiesa di Nostra Signora del Carmelo
Chiesa di Nostra Signora del Carmelo

La chiesa, riedificata nel 1769 grazie a delle donazioni, è situata nei pressi del cimitero comunale. Presenta un’unica navata con volta a botte sorretta da tre arcate ed abside di pianta quadrangolare.

Chiesa di Nostra Signora di Coros
Chiesa di Nostra Signora di Coros

Sull’altipiano di Sas Seas, a circa 5 km da Ittiri, si erge la Nostra Signora di Coros, una delle più tarde costruzioni cistercensi della Sardegna, edificata tra il 1230 e il 1260. Dipendeva dall’abbazia di Paulis ed apparteneva al villaggio medievale di Sa Iddazza.